Bates Motel – Kerry Ehrin parla della svolta decisiva di Norman

[Attenzione! La seguente intervista contiene spoiler su Norma Louise, l’episodio andato in onda lunedì scorso]

Norman Bates

Norman Bates ha fatto un altro enorme passo avanti verso la trasformazione in Psycho.

Nell’episodio scorso di Bates Motel, Norman (Freddie Highmore) ha avuto un crollo totale dopo che la madre Norma (Vera Farmiga) ha lasciato lui ed il suo fratellastro Dylan (Max Thieriot) a casa ed è fuggita via. Sbigottito dall’abbandono, alla fine Norman ha avuto uno dei suoi caratteristici blackout prima di apparire in cucina con addosso la vestaglia di Norma, parlando con una voce acuta. “Norman sta dormendo”, dice Norman quando Dylan gli chiede cosa sta succedendo, a conferma del fatto che Dylan ha avuto il suo primo incontro con “Madre”.

Perciò, cosa implica questo enorme passo nello sviluppo di Norman per la durata generale dello show? E come reagirà Norma dopo aver avuto il suo mini-crollo emotivo senza Norman? TVGuide.com ha fatto due chiacchiere con la produttrice esecutiva Kerry Ehrin che ha parlato di questo fatto e di tanto altro.

Questo è stato un grande episodio, sia per la stagione che per l’evoluzione della serie. Come ti sei approcciata ad esso?
È nato dall’unione di diverse cose. Prima di tutto ci siamo chiesti cosa avrebbe fatto Norma quando i suoi figli le avessero chiesto di parlare con Caleb. Sappiamo quanto è emotiva e fragile a riguardo e d’istinto mi è parso che sarebbe semplicemente salita in macchina e andata via. Carlton ha inoltre avuto l’idea di fare un episodio che fosse totalmente incentrato su Vera, perché lei è un’attrice meravigliosa e volevamo davvero darle un pezzo in cui ci fossero tanti alti e bassi e tanti aspetti diversi del suo personaggio. Cosa fa una persona, che dipende da un’altra, quando cerca di andare in astinenza e staccarsi dalla propria metà? Come va avanti? È stata questa la linea guida dell’episodio.

Durante quelle scene in cui Norma scappa via, riuscivo solo a pensare a Marion Crane di Psycho. Stavate agendo con quella prospettiva?
In realtà no. È un po’ imbarazzante perché avrei sicuramente dovuto, ma no, non è andata così. È simile perché quelle sono donne che si trovano in una situazione incasinata e stanno cercando di scappare, non avendo letteralmente alcuna idea di come scappare da questo casino emotivo in cui si trovano. Quindi forse era subconscio, ma non era nelle nostre menti.

Quando Norma finisce in casa di James (Joshua Leonard), ho trovato molto interessante che gli abbia raccontato tutto su Norman piuttosto che i suoi problemi con Caleb ed il perché sia scappata. Perché credi che l’abbia fatto?
Chiunque sia stato in terapia sa che si passa un sacco di tempo a parlare di alcune cose per evitare quelle che in realtà non si riescono ad esaminare. La questione con Norman… nella sua vita pratica di tutti i giorni, è quella la cosa che la consuma. È l’elemento nella sua vita che non sa come gestire, in opposizione a tutte le cavolate psicologiche che ha dentro di sé e con le quali non ha mai fatto i conti. Quindi è un’enorme punta dell’iceberg alla quale può puntare e dire “È questo il problema nella mia vita che non so come gestire”. Ed è anche vero perché è un problema enorme ed insormontabile e onestamente nessun essere umano avrebbe idea di come gestirlo.

Ma poi istintivamente fa marcia indietro e gli dice di dimenticare tutto. È stato il ritrovare il suo istinto materno protettivo a condurla di nuovo a casa?
È quello ed è anche la co-dipendenza, la sensazione di aver tradito l’altra metà di se stessa che ha bisogno che rimanga in vita. Ha tradito Norman ed una volta che la malattia del ragazzo salterà fuori, lui potrebbe esserle portato via. Su un livello psicologico, sente che senza di lui si dissolverà. Quindi, da una parte è una madre protettiva, dall’altra è un essere umano fragile che all’improvviso si sente molto minacciata perché dipende fortemente da lui.

Vediamo che quella co-dipendenza viene messa in scena anche quando Norman fa i capricci con Dylan a casa.
Esatto. Perché quel legame di co-dipendenza è così incredibilmente forte tra loro che lui sta attraversando le emozioni di qualcuno che sente come se stesse su una nave che sta affondando e stesse per morire. Nella sua mente razionale non riesce a capire che senza di lei starà bene. Da un punto di vista medico, il disturbo dissociativo dell’identità è causato dallo stress. Certamente questa è la cosa più stressante che potrebbe mai accadergli, salvo la morte di lei, e quindi crea in lui una spaccatura in cui gli è più difficile discernere tra realtà e allucinazioni. Ed in questo episodio noi volevamo fortemente entrare in questo aspetto, in grande stile.

E cavoli se l’avete fatto! Come avete trattato la scena di Norman che parla come Norma? Sembra come se lì ci fosse una linea sottile su cui camminare.
Abbiamo pensato tantissimo su come camminare su quella linea senza attraversarla, e per fare ciò bisogna entrare nel personaggio e mantenerlo reale dal suo punto di vista, non scriverlo dal di fuori. È un ragazzo che crede di star facendo qualcosa che poi gli si ritorce contro e non sa come gestirla. La scena attiva la struttura di Psycho, ma davvero, in quel senso è un tema molto semplice.

Ovviamente abbiamo già visto delle precedenti manifestazioni di “Madre”, ma in che modo è stato un grande passo vedere Norman mettere in atto fisicamente quello che ha nella sua testa?
È davvero un grande passo. È il passo successivo è ed grande perché è lì che stiamo andando. Stiamo gentilmente guidando il personaggio verso questo aspetto in un modo realistico, per cui ti dispiace per lui e nello stesso tempo stai percorrendo quel cammino insieme a lui. Freddie è stato fantastico in ciò che ha fatto per tutta la stagione. È sia incredibilmente spaventoso che incredibilmente commovente. È molto coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Dylan è perplesso. Sa che Norman ha un problema, ma in quel momento cosa sta pensando? Ha una vaga idea di cosa stia succedendo?
No. Credo che abbia sempre sospettato che in Norman c’era qualcosa che non andava. Ha visto Norman perdere il controllo davanti a lui, e quando vede quella scena credo che gli stia crollando la casa addosso. È come se dicesse “Oh, cazzo, questo è inquietante e molto serio”, credo che non abbia alcuna idea di come gestirlo e che inoltre gli si spezzi il cuore.

È un qualcosa che condividerà con Norma quanto prima?
Dylan, essendo una sorta di padre di fatto sia per Norma che per Norman a questo punto delle loro vite, credo che avrebbe ogni istinto di voler occuparsi della situazione e proteggere sia la madre che il fratello.

Inoltre, in questo episodio Romero (Nestor Carbonell) fa un sacco di cose. Come avete deciso che avrebbe dovuto far fuori così velocemente il suo avversario?
Quelli sono momenti divertenti all’interno della stanza degli scrittori. A volte si fanno delle cose perché li trovi semplicemente divertenti e avevamo l’impressione che Romero avesse subito così tanto da tutti durante tutta la stagione. C’era una parte di lui che diceva “Non sopporterò più questa cosa. Ho finito. Basta cercare di trattare con queste persone e adesso farò a modo mio”. È sembrato giusto, davvero, in questo episodio lasciarglielo fare.

Presumo che potrebbe non essere stata la scelta migliore che Romero abbia mai fatto, però.
In tanti modi, questo episodio riguarda il momento in cui le persone fanno un errore fatale che li conduce alla tragedia. Questo episodio è quel punto critico per un sacco di personaggi e credo che lo sia anche il resto della stagione. Riguarda le persone che sono state spinte fino ad un punto e non sanno come gestire la situazione, non sanno cosa fare. Stanno scegliendo delle strade che le portano verso il basso, e le cose sono messe in moto in questo episodio riecheggeranno fino alla fine.

Ovviamente quello sguardo di Norman quando vede Norma e Caleb abbracciarsi è preoccupante. Ma nell’episodio precedente incoraggiava Norma a parlare con il fratello. Cos’è cambiato?
Nell’episodio precedente sta cercando con tutto se stesso di essere una persona migliore di quella che probabilmente è capace di essere. Credo che il momento in cui vede sua madre con Caleb per lui sia terrificante perché fino ad ora ha portato dentro di sé il bagaglio emotivo che Norma aveva nella stagione precedente riguardante l’odio assoluto verso quel tipo. Aveva paura di lui. Era orribile ed era tutto vero. Vederla completamente cambiare opinione e ad avere, ad un certo punto della sua vita, amato questa persona, di cui lui non ne sapeva nulla, lo fa sentire tradito. Il fatto che lei non gli abbia mai detto niente e che sua madre abbia amato qualcun altro così tanto, è scioccante per lui e lo fa sentire incredibilmente minacciato. È un grandissimo risveglio per Norman.

Perciò, ora che abbiamo visto quel risveglio e Norman agire fisicamente come Norma, senti che la storia si stia avvicinando alla sua fine e poi al suo inizio?
Sì. Carlton Cuse ed io abbiamo sempre sentito che questa dovesse essere una storia di cinque anni. La cosa buffa di questo episodio è che è esattamente a metà strada, e la cosa non era assolutamente prevista. È buffo che sia accaduto in questo modo. Per quanto riguarda la sua direzione, non posso dire quando accadranno alcune cose, ma non per forza saranno come pensate voi, dato il film.

Fonte

Claire

Superfan di Rizzoli&Isles, ha visto talmente tanti crime e procedural che vorrebbe diventare un cop americano o addirittura entrare nella FringeDivision. Sin da piccola ha nutrito la passione per i libri di Patricia Cornwell ed è molto incuriosita dalla medicina legale. Da un paio d’anni a questa parte, ha quadruplicato le serie da seguire ed è soprattutto diventata una EvilRegal accanita, grazie al fantastico Once Upon a Time e alla splendida Lana Parrilla!
Sogna di vivere a Los Angeles per respirare appieno l’aria telefilmica, anche se negli ultimi anni Vancouver sta rubando la scena alla famosa località californiana. Se non fosse che fa troppo freddo, non sarebbe male vivere lì.

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